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Fake News. Le notizie false e l'età della disinformazione.

Le fake news, o notizie false, sono un fenomeno mediatico in crescita e molto pericoloso. Scopriamo cosa sono, le varie tipologie, come riconoscerle e come difendersi.

 
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Fake News. Le notizie false e l'età della disinformazione.

Le fake news, o notizie false, sono un fenomeno mediatico in crescita e molto pericoloso. Scopriamo cosa sono, le varie tipologie, come riconoscerle e come difendersi.

Cosa sono le fake news?

La definizione Fake News viene dall'inglese e significa notizia falsa o notizia fasulla, o ancora pseudonotizia.
Indica articoli o pubblicazioni su reti sociali redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte, resi pubblici con il deliberato intento di disinformare o di creare scandalo attraverso i mezzi di informazione. (da Wikipedia).

Vari sono gli strumenti per diffonderle: dai mezzi di comunicazione di massa come le emittenti televisive alle testate giornalistiche. Tuttavia con l'avvento di Internet, soprattutto con la condivisione dei Social media, la diffusione di  Fake News è aumentata.

È sempre una buona norma pensare in modo critico alle informazioni che ci arrivano, che si tratti di qualcosa che leggiamo o vediamo nelle notizie o qualcosa che ci viene detto da un amico o un collega. Tuttavia, pensare in modo critico non deve essere l’unica forma di responsabilità per combattere tali minacce.

Rapporto Intelligence: Impennata delle fake news

"Con la pandemia c’è stata un’impennata di campagne disinformative e fake news. Una mirata e coordinata azione di intelligence è stata riservata alla cd. minaccia ibrida – per definizione veicolata su diversi domini (quello diplomatico, militare, economicofinanziario, intelligence, etc.) – che, in concomitanza con il dispiegarsi dell’emergenza sanitaria, è stata caratterizzata da costanti tentativi di intossicazione del dibattito pubblico attraverso attività di disinformazione e/o di influenza, nel contesto di più ampie campagne ibride.

Al riguardo, è stata registrata una elevatissima produzione di fake news e narrazioni allarmistiche, sfociate in un surplus informativo (cd. infodemia) di difficile discernimento per la collettività. Fattore di rischio intrinseco al fenomeno della disinformazione online ha continuato a risiedere nelle logiche e negli algoritmi alla base dello stesso funzionamento dei social media, tendenti a creare un ambiente autoreferenziale ed autoalimentante, fondato sulla condivisione dei contenuti e delle relazioni di interesse che, polarizzando l’informazione disponibile, ne alimenta quindi la percezione parziale e faziosa.

In tale contesto, alla luce della particolare attenzione riservata al tema anche in ambito UE, la ricerca informativa ha consentito di rilevare il ricorso all’utilizzo combinato, da parte dei principali attori ostili di matrice statuale, di campagne disinformative e attacchi cibernetici, volti a sfruttare l’onda emotiva provocata dalla crisi sanitaria, nel tentativo di trasformare la pandemia in un vantaggio strategico di lungo termine: ciò, anche attraverso manovre miranti ad influenzare l’opinione pubblica ed i processi decisionali nazionali, nonché a danneggiare i nostri assetti economici.

Sullo sfondo di un dibattito internazionale in costante evoluzione, il Comparto ha inoltre continuato a promuovere iniziative di raccordo e interscambio volte a consolidare la definizione del perimetro della minaccia e a rafforzare le capacità nazionali di prevenzione e contrasto anche attraverso le sinergie tra gli attori istituzionali (in primis MAECI, Interno e Difesa) e la cooperazione con i principali Partner internazionali."

Questa è solo una parte della relazione prodotta dall’Intelligence Italiana che delinea una serie di minacce per l’interesse nazionale e, tra queste, anche le fake news.

Non c'è niente di nuovo nella pratica di diffondere falsità per influenzare l'opinione pubblica, fare soldi o provocare dissensi. Tuttavia, con l'avvento delle nuove tecnologie, ora è più facile che mai far circolare disinformazione in lungo e in largo sui social media e altri forum online.

Le fake news sui Social Media: le ultimissime novità

I social network italiani hanno il triste primato di essere in cima alla classifica della diffusione di fake news. Lo dicono i report che le piattaforme social forniscono ogni sei mesi alla Commissione europea, in attuazione del Codice di condotta sulla disinformazione che si sono impegnate a rispettare.

Il 33% del materiale fake in circolazione su Facebook era infatti concentrato in Italia. A seguire Germania (oltre 22mila contenuti rimossi), Spagna (16mila) e Paesi Bassi (13mila).

Significativo il primato italiano anche per quanto riguarda il social TikTok con 1.334.235 account falsi e disattivati, 300mila in più di quelli disabilitati in Spagna e Germania.

Secondo una recente analisi di NewsGuard, realtà che si occupa di monitorare le fake news online, Anche X (precedentemente noto come Twitter) sta contribuendo in relazione al recente conflitto Israele-Hamas ad alimentare la disinformazione condividendo notizie false e tendenziose. Secondo NewsGuard Innumerevoli account non verificati stanno contribuendo alla diffusione di notizie completamente false, facendo passare sequenze di videogiochi come scene di guerra autentiche e condividendo clip e video di incidenti o conflitti che non hanno nulla a che fare con il Medio Oriente.

Le 6 tipologie di fake news?

Secondo uno studio effettuato dall’Università La Sapienza attualmente possiamo descrivere sei tipi di fake news: 

  1. Disinformazione. Basata su notizie false create appositamente per sviare l’avversario, come fanno le agenzie di intelligence o le forze militari ma anche le aziende se vogliono confondere i concorrenti prima del lancio di un prodotto. Il concetto di disinformazione in lingua inglese si distingue da “misinformazione” (misinformation), che rimanda a un’informazione che può essere anche solo involontariamente falsa.
     
  2. Propaganda. L’informazione viene confezionata strategicamente per sostenere un’idea e conquistare il pubblico, parlando al cuore prima ancora che alla mente. La disinformazione è solo una delle forme in cui può presentarsi la propaganda, quella in cui si ricorre «all’uso della menzogna come strumento di persuasione di massa» Il fine della propaganda è quindi sempre quello di generare consenso, a prescindere dalla natura delle informazioni che veicola (se vere o false).
     
  3. Informazione di parte (partisanship). Informazioni non necessariamente false, ma sicuramente di parte, presentate in modo da difendere interessi o portare avanti punti di vista di determinati settori e gruppi di interesse. Questo tipo di informazioni può riguardare il dibattito su temi “settoriali” (vaccini, cambiamenti climatici, ecc…). 
     
  4. Errori giornalistici. In questo caso la fake news è legata a errori umani. Il giornalista verifica le fonti, ma le fonti possono “mentire” o essere poco affidabili. In alcuni casi, i giornalisti sono colpevoli di aver diffuso notizie pubblicate originariamente su siti umoristici, presentandole come vere.
     
  5. Satira/parodia e burla (hoax). La satira e la burla (hoax) sono falsità divertenti, create per far ridere. Sono sempre notizie false, anche se in questi due casi lo scopo è solo la parodia o critica del sistema, e l’ilarità.  Se in alcuni siti l’intento satirico e parodistico è dichiarato esplicitamente, fin dalla pagina di informazioni del sito, molti altri si muovono su una linea più ambigua e mirata al clickbait.
     
  6. Teorie cospirazioniste. Si tratta di narrazioni che, per quanto non veritiere, sono suscettibili di condizionare il modo in cui gli individui si rapportano alla realtà e le loro scelte politiche. All’origine dell’attrazione esercitata dalle teorie cospirazioniste vi è il bisogno di trovare una ragione ultima dei nostri disagi, il che ci porta a ricercare una logica superiore in grado di ridurre la complessità del mondo e convogliare un’ansia generalizzata, un’insicurezza e un’incertezza diffuse, su paure specifiche.
     

La diffusione e la rapida evoluzione delle nuove tecnologie di comunicazione ha creato un urgente bisogno di comprendere le complesse forze che stanno rimodellando i media e la politica. 

Secondo Andrew Chadwick la comunicazione politica è sempre più modellata dalle interazioni tra le logiche dei media. Organizzazioni, gruppi e individui in questo sistema sono collegati da relazioni complesse ed in continua evoluzione basate sull'adattamento e l'interdipendenza. 

Il suo scritto esamina una serie di esempi di questo sistema ibrido ed analizza il flusso di comunicazione politica che va dalla produzione di notizie in tutte le sue forme contemporanee: 

  1. professionali;
  2. amatoriali;
  3. partitiche; 
  4. movimenti attivisti;
  5. comunicazione governativa. 

Il rapporto tra media digitali e potere. 

Come è cambiato il rapporto tra potere, media e politica nel contesto della globalizzazione, della crisi della legittimità politica e dell'emergere delle nuove tecnologie dei media? Quali opportunità offrono queste tecnologie agli attori non tradizionali per definire l'agenda politica? 

In questo contesto si cerca di analizzare il rapporto tra la politica e le relazioni di potere. L'ascesa di una nuova auto-comunicazione di massa attraverso le nuove tecnologie offre opportunità a forme non istituzionali di movimenti sociali di guadagnare influenza. I media aziendali e la politica mainstream riconoscono il potere di questa influenza, portando alla convergenza l'auto-comunicazione tradizionale e quella di massa. La battaglia per il potere in futuro si svolgerà in forme dinamiche e non tradizionali.

La politica si basa sulla capacità di influenzare il modo in cui le persone pensano, i loro valori e le norme; poche forme istituzionali si basano solo sulla coercizione e sulla paura. La politica si basa su semplici messaggi comunicati agli elettori dai mass media, in particolare dalla televisione. La televisione impone che i messaggi debbano essere semplici e basati sull'immagine, portando a politiche della personalità in cui gli individui ritraggono valori di fiducia e credibilità per guadagnare popolarità. 

Le campagne di contrasto sono quindi caratterizzate da accuse di corruzione o illeciti. Le accuse danneggiano il singolo politico coinvolto, ma le accuse frequenti minano la politica stessa e portano all'attuale indifferenza diffusa degli elettori. Tuttavia, i sondaggi mostrano che gli individui mantengono la convinzione di poter influenzare i risultati agendo insieme al di fuori del sistema politico formale.

La nuova gamma di strumenti multimediali digitali ha portato a una profusione di comunicazione interattiva orizzontale poiché le persone hanno costruito i propri canali di comunicazione come blog, podcast e wiki. Vi è un crescente utilizzo di queste nuove reti per distribuire contenuti e aggiungere un'interazione con il pubblico ai media tradizionali, ad esempio tramite i notiziari basati su Internet o TV via cavo che attingono ai contenuti generati dagli utenti. Questa interazione verticale-orizzontale crea una nuova serie di relazioni di potere mentre i proprietari di rete cercano di controllare il traffico a favore di partner commerciali e clienti. 

Il crescente interesse aziendale per la comunicazione basata su Internet è definito auto-comunicazione di massa. Negli ultimi anni si è assistito alla crescita dei movimenti sociali. Tutti cercano di modificare i tradizionali rapporti di potere politici e aziendali. L'auto-comunicazione di massa offre un enorme potenziale per continuare con le campagne locali mentre si collega ad altri che perseguono questioni simili ma che non sono geograficamente vicini. Gli esempi includono quanto segue:

L'auto-comunicazione di massa ha generato una nuova sfera pubblica in cui contestare il potere, dando vita a nuove battaglie per il controllo e l'influenza. Per esempio:

  1. I giornalisti professionisti non sono più potenti custodi di messaggi politici: i nuovi media forniscono un nuovo equilibrio di potere. Questi danno ai nuovi attori l'opportunità di fissare l'agenda, eliminando il ruolo degli editori.
  2. Le persone comuni possono diventare commentatori politici attraverso strumenti di pubblicazione e modifica automatizzati. Emergono nuovi trucchi politici, come siti Web contraffatti o Google bombing, che collegano i nomi dei candidati con termini negativi nei motori di ricerca.

Da dove provengono le fake news?

Sebbene la presenza di notizie false non sia una novità, internet e i social media hanno cambiato il modo in cui vengono create e diffuse. Le fake news sono un processo in più fasi che comporta la creazione e/o l'acquisizione di contenuti che altri hanno prodotto e, successivamente, spacciare tali contenuti come notizie reali e sfruttare i social media per ottenere la massima attenzione possibile. 

Fondamentalmente, coloro che gestiscono siti Web di fake news desiderano il maggior numero possibile di visitatori sui propri siti. Alcuni potrebbero desiderare che i loro visitatori vedano il contenuto al fine di persuadere i loro valori politici, altri siti desiderano semplicemente che gli utenti di internet facciano click su di essi per fini ideologici oppure commerciali. Quando un sito web contiene annunci pubblicitari tali visite generano pagamenti al proprietario del sito Web. 

Entrambe queste motivazioni, ideologiche e commerciali, richiedono il passaggio del maggior numero di utenti per raggiungere lo scopo prefissato. 

  1. Creazione di notizie false. Il primo passo per costruire fake news è creare un sito Web su cui verranno presentate o ospitate le notizie false. Ciò richiede due cose, un dominio per il sito web e l'host del sito stesso. Entrambi possono essere acquistati in modo relativamente economico ed ambedue vengono progettati per assomigliare il più possibile a veri siti di notizie. Il nome del dominio per un sito web è un indirizzo. 

    Fondamentalmente è il percorso che il browser web intraprende su internet per raggiungere un luogo particolare. Un dominio in genere ha un aspetto simile a www.esempio.com e può essere considerato come il nome del sito web. I domini vengono registrati e sono esclusivi. Un host è lo spazio in cui è memorizzato il sito web stesso. Se un dominio è l'indirizzo, il servizio di hosting è l'edificio. Il webhost è dove si trovano il codice del sito web ed i relativi file. Quest’ultimo è leggermente più costoso, ma alcuni servizi di hosting più economici offrono hosting web al costo di pochi euro o dollari al mese. I proprietari di questi siti che producono fake news hanno l’interesse affinché gli stessi assomiglino il più possibile ad un vero sito web di notizie, in modo che le persone abbiano maggiori probabilità di fidarsi di loro. Basti pensare ad alcuni esempi di siti Web di notizie molto conosciuti come www.ansa.it o www.corriere.it

    È scontato che l’utente riconosca la legittimità delle testate giornalistiche tra le più importanti del nostro Paese. Purtroppo, per molti utenti della rete, esistono casi in cui rimane difficile identificare la legittimità di un sito web come ad esempio, www.ansait.co  o www.corriere9.net.       

    È spesso difficile capire se alcuni siti come questi siano legittimi o meno in quanto i loro domini da soli sembrano familiari. In realtà, questi potrebbero essere esempi di siti illegittimi produttori di fake news. Questa è la strategia utilizzata dalla maggior parte dei creatori di notizie false per convincere le persone a visitare tali siti. La strategia per creare un dominio dall'aspetto legittimo si estende anche a come dovrebbe apparire il sito web. Il layout e il design dei siti Web di fake news sono appositamente progettati per assomigliare il più possibile ai siti di notizie reali. 
     
  2. Furto di contenuti. I proprietari di siti web di fake news spesso rubano i loro contenuti. Il luogo più comune dove questi soggetti rubano notizie sono i siti web di satira. I siti web di satira spesso pubblicano parodie di notizie. I proprietari di siti di fake news visiteranno questi siti Web, copieranno e ripubblicheranno il contenuto sui propri siti, tentando di far passare queste informazioni come reali. Questo processo è facile, richiede solo un copia e incolla. Il titolo è molto importante. Titoli accattivanti ed esplosivi possono indurre le persone a fare click su una notizia falsa senza nemmeno guardare chi l'ha condivisa o da dove ha avuto origine.
     
  3. Vendita di pubblicità. I proprietari di questi siti possono guadagnare una piccola somma di denaro per ogni visitatore. Per i proprietari di questi siti di fake news, il processo è in gran parte automatico. La quantità di controllo che hanno sugli annunci che appaiono sui loro siti è minima, ma lo è anche il lavoro necessario per configurarli. Tali soggetti vendono parti delle loro pagine Web a società pubblicitarie. Gli inserzionisti pubblicano quindi annunci su queste pagine. Le società pubblicitarie fungono da "intermediario" collegando gli annunci acquistati da altre società a siti di notizie con l'algoritmo della società pubblicitaria che decide chi vede gli annunci. Gli algoritmi sviluppati da queste società pubblicitarie utilizzano i dati di tracciamento che i siti Web raccolgono in base alla cronologia di visualizzazione del Web di un utente. I famosi cookie (software di tracciamento) possono annotare quali altre pagine web l’utente ha visualizzato e su cosa ha cliccato.

    Utilizzando questi dati, le società pubblicitarie possono creare un profilo di consumatore che consenta loro di indirizzare gli annunci che hanno maggiori probabilità di indurre a fare click su di essi. I proprietari di siti Web di fake news devono solo preoccuparsi di convincere quante più persone possibile a visitare il loro sito Web, mentre gli inserzionisti si preoccupano di avere accesso alle sezioni dei siti Web più popolari per indirizzare i propri annunci a quante più persone possibile. 
  4. Diffusione tramite i social media. I siti di fake news hanno bisogno di visitatori e i social media li forniscono. Ad esempio, in relazione alle elezioni presidenziali statunitensi del 2016, la ricerca ha dimostrato che il percorso più comune per i siti Web di fake news era tramite Facebook. In altre parole, le persone vedono un titolo o una notizia abbreviata su Facebook, fanno click su di esso ed il browser Web si apre alla pagina specifica in cui è ospitata la notizia falsa. Pertanto, i proprietari di siti di notizie false cercano di ottenere il maggior numero di click possibile tramite i social media. 

    Il modo più comune per farlo è creare account Facebook falsi e pubblicare su gruppi esistenti. Così come possono rubare i contenuti per cercare di renderli veritieri, possono rubare identità, creare account falsi sulle piattaforme di social media e far passare anche quelli per reali. Gli account sembrano appartenere a persone comuni ma con immagini e nomi rubati ad altri utenti. Sembrano normali cittadini che non hanno alcuna intenzione di manipolare gli altri. Ovviamente questi profili fake vengono costruiti ad hoc per le esigenze a cui mirano i produttori di fake news. Una strategia è quella di aggiungere amici a caso e inviare loro collegamenti al sito di notizie false. Una strategia più sottile, tuttavia, consiste nel trovare gruppi di interesse esistenti su Facebook, o hashtag su Twitter, con interessi sfruttabili. Ad esempio, se il proprietario di un sito di notizie false ha un sito Web caricato con contenuti pro-Trump, un modo semplice per ottenere click sarebbe pubblicare titoli e collegamenti a quelle storie verso i gruppi di Facebook esistenti che sono essi stessi pro-Trump. Allo stesso modo, si potrebbero inviare titoli e link oltraggiosi sull'abuso di animali a gruppi di social media di amanti degli animali. Questo tipo di seeding dei social media è il passo più proattivo nella catena di fornitura della fabbrica di fake news.
     
  5. Replicabilità. Alcuni siti web riceveranno molto traffico altri nessuno. Il modello di fake news factory ha così tanto successo perché può essere facilmente replicato, semplificato e richiede pochissime competenze per funzionare. I click e l'attenzione sono tutto ciò che conta, a condizione che il produttore possa ottenere il dominio, il servizio di hosting, i contenuti rubati e la diffusione sui social media corretti. 

Come individuare fake news?

Gli ultimi anni sono stati a dir poco degni di nota. Un'elezione americana senza precedenti, la Brexit, i terremoti e la pandemia hanno contribuito ad arricchire in maniera esponenziale le notizie. Nel mezzo di tutto ciò c’è uno studio accurato e preciso, le fake news. Nell'ultimo decennio, e specialmente durante la pandemia di COVID-19, l'aumento del consumo di notizie e articoli ha causato la disinformazione.

Lungi da un nuovo concetto, la disinformazione e le storie selezionate sono state utilizzate nel corso della storia come una forma di propaganda o guerra dell'informazione. Tuttavia, l'ascesa dei social media come hub per la condivisione di articoli ha diffuso "fake news" - informazioni false o fuorvianti presentate come notizie legittime soprattutto nel mondo di internet.

Alimentato ulteriormente dalla crescente polarizzazione, nonché dall'uso del termine da parte dell'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sembra più difficile che mai separare fonti affidabili da fonti fuorvianti.

Per individuare notizie false, bisogna dapprima conoscere le molte forme che può assumere la disinformazione. 

Non tutte le fake news sono uguali e non tutte hanno l'intento di ingannare. Alcune iniziano come opinioni o scherzi che diventano incompresi, distorti nel tempo e alla fine si trasformano in disinformazione. Altre iniziano con l'unico scopo dell'inganno.

Di seguito una breve descrizione della tipologia di fake news:

Nonostante molti tipi di disinformazione appaiano evidenti a colpo d'occhio è più difficile distinguerli durante la navigazione online. In un sondaggio globale del 2019 sui social media di Ipsos, il 44% delle persone ha ammesso di essere stato ingannato da fake news almeno una volta, mentre altri potrebbero essere stati ingannati inconsapevolmente.

Secondo una ricerca del Pew Research Center, le persone sotto i 50 anni ricevono la metà delle loro notizie online e per gli under 30 le notizie online sono due volte più popolari dei notiziari televisivi.

Migliaia di persone, anche inconsapevolmente, fanno girare attraverso i social media le fake news. Perché? Molto probabilmente perché i titoli sorprendenti nei nostri feed dei social media rendono più facile condividere i contenuti che valutarli o persino leggerli. Questo crea una tempesta virale dannosa e senza sostanza. 

Un altro fattore che contribuisce, secondo Pew Research Center, è il bias di conferma. Le persone sono più propense ad accettare le informazioni che confermano le loro convinzioni e tendono a respingere le informazioni che non lo fanno. Purtroppo il risultato di tutta questa disinformazione non è semplicemente ignoranza ma può anche provocare gravi conseguenze.

Come difendersi dalle fake news?

I contenuti fake sono diventati una realtà quotidiana della vita online, con centinaia di siti che creano storie false o distorte per guadagno politico o personale.

Giganti della tecnologia come Facebook e Google stanno cercando di limitare la diffusione di notizie false. Attualmente Google sta lanciando una strategia in tre punti per rimuovere, ridurre e informare su tutto ciò che riguarda gli account che violano gli standard e le politiche della comunità dell'azienda. 

Tuttavia, nonostante gli sforzi delle grandi aziende tecnologiche, alcune fake news cadono nel dimenticatoio. Il consiglio principale è quello di prestare massima attenzione alle notizie, avere un occhio critico e cercare di capire se sono notizie false o fuorvianti.

Di seguito alcuni consigli per riconoscere le fake news: 

Anche gli utenti più abili possono imbattersi nelle fake news. Internet ha rivoluzionato le nostre vite, sia in termini di lavoro, ricerca di informazioni, intrattenimento, vita sociale e acquisti commerciali. Il mondo online ha reso molte cose più facili e, contestualmente, ha aperto ad opportunità inimmaginabili. 

Allo stesso tempo ha posto gli individui e le aziende alle prese di nuove e grandi sfide. Molto probabilmente ci vorrà una combinazione di strumenti cognitivi intelligenti, educazione all'alfabetizzazione mediatica e un quadro normativo che limiti il ​​potere degli interessi in ballo al fine di rendere il mondo di internet un luogo più sicuro.  

Cit. Il miglior posto dove nascondere un albero è in una foresta.

Autore: Claudio Lisi
Senior Security Manager UNI 10459:2017 III° livello
Area Manager Dogma S.p.A.

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