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Permessi Legge 104/92 al tempo del Covid-19

Estensione dei permessi “legge 104” causa emergenza covid-19: a quali dipendenti spettano e i rischi per il datore di lavoro.

 
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Permessi Legge 104/92 al tempo del Covid-19

Estensione dei permessi “legge 104” causa emergenza covid-19: a quali dipendenti spettano e i rischi per il datore di lavoro.

Lo scorso 25 marzo 2020 il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha pubblicato alcune Faq in materia di fruizione dei giorni di permesso ex Legge 104/92 (http://www.dottrinalavoro.it/notizie-c/inps-covid-19-congedi-e-permessi-104-procedure-attive) che aiutano a districarsi nelle norme introdotte dal cd decreto Cura Italia.

In estrema sintesi e nella parte che qui ci interessa è stata estesa al lavoratore la possibilità di usufruire di ulteriori 12 giorni complessivi per i mesi di marzo ed aprile 2020. Inoltre, ed ancora, i giorni non usufruiti del mese di marzo possono andare a cumularsi in quello di aprile 2020.

Unica eccezione per il personale sanitario sia del comparto pubblico sia privato in cui l’estensione dei permessi è possibile solo compatibilmente con le esigenze organizzative dettate dall’attuale emergenza del Covid-19.

Ma a chi spettano I permessi lavorativi Legge 104?

A questo punto risulta opportuno ricordare che i permessi della L. 5 febbraio 1992, n. 104 (settore privato) e Dlgs 151/2001 (settore pubblico) spettano a:

Lavoratori dipendenti sia pubblici sia privati, ai lavoratori delle imprese dello Stato degli Enti Pubblici e degli Enti locali privatizzati;

- Persone con disabilità grave che lavorano come dipendenti

Lavoratori genitori dipendenti di figli in situazione di disabilità grave (naturali, affidatari o adottivi)

- Genitore, coniuge, parente o affini entro il 2 grado che lavorano come dipendenti pubblici e privati

Sono, invece, esclusi dalla richiesta di permesso:

- Lavoratori autonomi;

- Lavoratori parasubordinati.

- Lavoratori a domicilio;

- Lavoratori domestici;

- I lavoratori agricoli a tempo determinato, occupati a giornata.

L’art. 33 della norma sopra citata, stabilisce la possibilità di richiedere 3 giorni al mese oppure a orario frazionato. La frazionabilità ad ora viene decisa in base al limite orario mensile.

Alla luce di quanto sopra sé da una parte è ben comprensibile per il lavoratore la necessità di utilizzare ulteriore tempo a favore dell’assistito è dall’altra parte, altrettanto vero per le Aziende si trovano oggi a fronteggiare un ulteriore sforzo.

Ma fiducia, etica professionale e personale devono essere alla base di un rapporto di lavoro.

E’ pertanto proprio l’utilizzo illecito del permesso ex Legge 104/92 che rompe un sistema che nasce a tutela delle persone più deboli ma che viene sempre più spesso messo in discussione a causa dell’indebito utilizzo.

Uso improprio permessi legge 104: i rischi per il datore di lavoro

Il ricorso sistematico e talvolta strategico falsa malattia e l'uso improprio dei permessi legge 104 sono, oggi, le cause principali dell’assenteismo aziendale, da cui derivano diverse problematiche non solo in relazione al lavoratore assente, ma anche rispetto a tutto il personale dell’azienda, rischiando di danneggiare l’intero ambiente lavorativo

Le aziende rischiano danni significativi se il problema non viene affrontato e risolto: dai maggiori costi per la sostituzione dei dipendenti a quelli dovuti alla riduzione della produttività, l’assenteismo produce un impatto negativo rilevante anche dal punto di vista economico e reputazionale.

E’ da questa prospettiva che le Aziende dovranno partire, anche alla luce della nuova estensione dei periodi di permesso.

Un’attenta verifica delle modalità e soprattutto dei tempi in cui i lavoratori richiedono i permessi, l’analisi dei dati storici dello stesso dovranno far emergere eventuali criticità.

Dogma, in particolare, potrebbe rappresentare la soluzione che le Aziende avrebbero per prevenire e risolvere il problema dell’utilizzo improprio della L. 104 attraverso l’acquisizione di quegli elementi probatori utili ad accertare la violazione degli obblighi di buona fede e correttezza contrattuale.

In particolare poi, l’uso improprio del permesso oltre ad integrare un vero e proprio abuso del diritto e quindi circostanza così grave da essere la base di un licenziamento per giusta causa integra anche risvolti penali in materia di truffa ai danni dell’Inps. Infatti i permessi sono, in via anticipata pagati dal datore di lavoro che, in seguito, viene rimborsato dall’Inps.

L’attività di osservazione e controllo utilizzata, permette al datore di lavoro di raccogliere elementi probatori utili a verificare violazione dell’obbligo di correttezza del lavoratore attraverso l’abuso della Legge 104/92Nessuna violazione, quindi, dello Statuto dei Lavoratori e delle norme sulla Privacy all’utilizzo di investigatori privati.

Puoi approfondire il tema nel nostro Articolo: Permessi legge 104, controlli leciti del datore di lavoro.

Completa l’attività operativa la consegna di una Relazione Investigativa dettagliata che potrà essere utilizzata in giudizio anche attraverso la testimonianza del personale che direttamente si è occupato dell’attività.

Tali verifiche, ormai consolidate, sono quindi uno strumento che consente, alle Aziende, la verifica costante di tali patologie interne.

AutoreDr.ssa Katia Trevisan
Responsabile Divisione Legale Dogma S.p.A.

Se hai motivate ragioni per sospettare un uso improprio dei Permessi legge 104, rivolgiti a noi per una consulenza professionale. Chiama il Numero Verde per ricevere immediatamente un preventivo ed una consulenza riservata e gratuita, oppure, utilizza il modulo presente sulla pagina per inviarci una richiesta. Puoi anche attivare la tua Indagine Online in modo semplice, sicuro e da qualunque luogo.


Puoi approfondire il tema Legge 104 negli articoli dedicati:

Permessi legge 104: leciti i controlli del datore di lavoro
Legge 104 sentenza Corte di Cassazione

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